Arturo Conandoli è stato un funzionario del Ministero della Magia italiano con l'incarico di responsabile amministrativo di secondo livello del Dipartimento per l'Applicazione della Legge sulla Magia. È deceduto nel 2016 durante la Notte delle Sfingi.
Conandòli era un uomo razionale, concreto e realista. In passato era stato un agente sul campo della Squadra Speciale Magica e grazie alla sua intelligenza e al suo acume aveva scalato in poco tempo le gerarchie del Ministero fino a divenire un funzionario di alto livello. Appassionato di romanzi gialli, Conandòli amava gettarsi a capofitto negli intrighi per sbrogliare misteri, raccogliere prove, scervellarsi in deduzioni e ragionamenti senza mai smettere finché non risolveva l’enigma. Ciò che caratterizzava la personalità di Conandòli era il suo distacco e la sua freddezza. A tratti poteva sembrare incapace di mostrare i suoi sentimenti, tanto era imperturbabile ed indifferente.
Gli fu fatale la presenza a Roccantica in occasione dell'inaugurazione del secondo semestre accademico 2016. Dopo aver condotto le indagini sulla morte prima dello studente Kyros Badalamenti e poi dell'agente della Squadra Speciale Magica Morfeo Scorberti, perì durante la Notte delle Sfingi dopo essere stato vittima dell'incanto Suspensio di Porzia Tramontani.
Legami pubblici[]
Più volte si era scontrato con Democritus Altieri che disapprovava i metodi di Conandòli, spesso incuranti delle regole. Aveva collaborato con Berenice Indomita Mandriani, anche lei dipendente del Ministero, che in passato aveva sfruttato per le sue conoscenze in botanica e zoologia: quando era nella Squadra Speciale Magica spesso le portava polveri strane, semi o ciuffi di pelo trovati sulla scena del crimine e la Mandriani ha sempre saputo dargli informazioni utili. È stato uno degli investigatori che hanno lavorato al caso di Galatea Scurati e proprio alcune deduzioni di Conandòli hanno convinto i giudici ad incarcerarla.