Il Giullare Triste è uno spirito che ama i piaceri della… morte. Di triste ha ben poco, anche perché tristi sono solo coloro che non hanno vissuto appieno la propria vita e che con sé portano solo una valanga di rimpianti.
Il Giullare triste è anarchico, estroverso e dispettoso. Non ama le regole, anche perché per fare cose grandi bisogna romperle il più delle volte. Le storie che racconta sul suo passato sono sempre diverse tra di loro e difficilmente chi interagisce con lui riesce a capire quando scherza e quando parla seriamente. Si racconta che nel XVIII secolo abbia frequentato Roccantica e che, dopo aver organizzato una delle feste più memorabili dell’intero trimestre accademico, sia stato eletto capo congrega di Glauchimaera.
Di lui si sono perse le tracce subito dopo gli studi universitari. Il suo animo libero non si è lasciato legare alla storia neanche da un singolo tratto di inchiostro. Tutto quello che sappiamo di lui lo dobbiamo al passaparola e a ciò che negli anni si è fatto sfuggire con gli studenti. Si dice che abbia deciso per un periodo di unirsi a una compagnia di teatranti - da lì parte del suo nome - che non faceva ridere nessuno - qui l’altra parte.
Il Giullare Triste ama gli studenti coraggiosi ma che sanno anche quando allentare la cravatta e farsi un bel boccale di Burrobirra. Ecco perché si dimostra sempre molto gentile nei confronti delle persone che lo coinvolgono negli scherzi più assurdi o in qualche bravata notturna.
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