La Divina è uno spirito che infesta Collescuro.
A Collescuro, nelle notti più malinconiche, di tanto in tanto una voce melodiosa si perde tra i vicoli antichi e chi la sente non può non percepire il soffio di zefiri ardenti, che sembrano sussurrare fantasie di notti d’amore e il rimpianto del tempo che fugge. La Divina ama cantare la gioia e la nostalgia del suo passato e nessuno ricorda un’infestazione più gradita di quella della mezzosoprano fantasma che si aggira per il borgo. Neppure lei stessa ricorda il suo vero nome, tutti però sanno che nacque a Collescuro e che fu la figlia di un impresario di teatro d'opera, cosa che la portò fin dall'infanzia a viaggiare in tutto il mondo. Di animo libero, donò tanti di quei pettegolezzi ai benpensanti che ebbero materiale di cui sparlare per decenni, per via anche della sua audace vita sentimentale: si sposò tre volte in pochi anni. Raggiunse l’apice del successo nel primo decennio del Novecento e fu amatissima nel mondo magico, tutti erano innamorati della sua arte ma anche della sua personalità gioviale e adorabile. Filantropa, sempre attenta ai bisognosi e anzitempo impegnata nella protezione degli habitat delle creature magiche, la Divina non risparmiava mai una buona parola per chiunque incontrasse. Così com’era vissuta, trovò la morte, in maniera spettacolare. Venne uccisa nella piazza principale di Collescuro dal suo amante geloso in un plateale e scenico delitto, di fronte al suo ultimo pubblico.
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